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Ritorno al Passato



Autore: Prof. Luigi Cardi




Nell'età romana Gaeta divenne un rinomato luogo di villeggiatura di vari imperatori, consoli e ricche famiglie patrizie; come notò Cicerone, nel 66 a.C., fu anche un porto di notevole importanza. Sin dall'ultimo secolo della Repubblica, sulle circostanti colline, lungo la lunata spiaggia della rada di Gaeta e su tutta la costiera verso Sperlonga, sorsero grandiose ville con giardini e piscine, ninfei, templi e mausolei di cui restano imponenti testimonianze. Ancor oggi ammiriamo le tombe dei consoli Lucio Munazio Planco, sulla sommità di Monte Orlando, e di Lucio Sempronio Atratino, sul versante settentrionale dell'omonimo colle

Nell'alto Medioevo, per la posizione della penisola alta e rocciosa, facilmente difendibile, Gaeta divenne una rocca munita, cioè un castrum, costituendosi verso la metà del secolo IX in autonomo e fiorente ducato, oltre che sede vescovile, e dando inizio così ad un intenso commercio marittimo nel Mediterraneo. Il ducato di Gaeta rappresentò, altresì, un'entità di notevole importanza tra il modo cristiano e quello saraceno (battaglia del Garigliano, 915), tra lo Stato della Chiesa, la Terra S. Benedicti, i ducati ed i principati longobardi e bizantini dell'Italia meridionale.

L'originario nucleo urbano sull'estrema parte orientale del promontorio si era sviluppato, digradando verso il mare ed occupando lo spazio fin quasi alle prime falde di Monte Orlando. Due cinte murarie si ebbero al tempo di Docibile II (867/906) e di Giovanni I (877/933): la prima racchiudeva l'abitato più antico intorno alle chiese di S. Lucia e di S. Caterina per poi

proteggere il versante rivolto alla rada, nei pressi della porta Domnica e del palazzo di Docibile II, e risalire l'altura fin dove poi sorse la parte superiore del castello; l'altra cingeva l'area abitata sviluppatasi fino all'attuale piazza Commestibili, venendo così a difendere il settore urbano più esposto ad eventuali assedi nei primi decenni del X secolo e dominato dal palazzo-torre di Giovanni I, patrizio imperiale.
Contemporaneamente alla formazione della civitas ducale si venne a costituire - lontano dalle mura - sulle prime pendici di un colle, che poi avrà il nome dei Cappuccini (dalla metà del sec. XVIII), un modesto insediamento di pescatori e di agricoltori attorno alla chiesa dei SS. Cosma e Damiano (è il nucleo originario del "Borgo di Gaeta").

Con Ruggiero II normanno (verso il 1140) Gaeta divenne città di confine del "grande regno" verso lo Stato della Chiesa, assumendo nel contempo un graduale carattere di piazzaforte con varie cortine di bastioni e di opere falsificate, tanto che sarà poi definita la "chiave del Regno di Napoli". Questa progressiva militarizzazione di Gaeta, strettamente collegata alla sua posizione strategica, risalterà nei secoli successivi per gli innumerevoli e memorabili assedi. Questi segnarono lungo tutto l'arco discendente del periodo medievale, ma in particolar modo nell'età moderna, altrettanti episodi decisivi per il Mezzogiorno d'Italia. La caduta della fortezza coincise, spesso, con l'avvento di una nuova dominazione straniera o di una nuova dinastia sull'Italia meridionale. Dal 1032, anno del tramonto del potere dei Docib

ile sul ducato di Gaeta, al 1504 con la conquista del Regno di Napoli da parte degli Spagnoli, si succedono varie dominazioni (longobarda, sveva, angioina, durazzesca, aragonese), che fanno di Gaeta la seconda capitale del Regno. In questo stesso periodo Gaeta divenne, non di rado, base per la conquista di Napoli (Ladislao di Durazzo nel 1399; Alfonso d'Aragona nel 1442).

La permanenza in Gaeta di alcuni sovrani determinò la costruzione di notevoli edifici, civili e religiosi, che hanno conferito al nucleo urbano, arroccato sull'estrema punta del promontorio, una particolare impronta storico-artistica: tra i tanti basterà ricordare il castello, divenuto sede regale con Alfonso d'Aragona negli anni 1436/42. La lunga presenza spagnola nella cittadina tirrenica (fino al 1707) mutò profondamente il suo ruolo di centro commerciale, legato alla vita sul mare, attraverso grandiose opere difensive, portate a termine da Carlo V (1538), che ridussero il centro urbano al rango di cittadina militare. Agli Spagnoli seguirono gli Austriaci, mentre nel 1734 si ebbe la conquista di Gaeta da parte di Carlo di Borbone, il fondatore della nuova dinastia borbonica napoletana. Ancora una volta le fortificazioni e le varie opere di difesa ebbero un ruolo preminente nell'organizzazione urbana. Durante il lungo periodo borbonico non mancarono assedi (1799, 1806 e 1815) oltre che un avvenimento d'interesse internazionale: il 25 novembre 1848, il pontefice Pio IX si rifugiò in Gaeta (fuggito da Roma per la proclamazione della Repubblica), tanto che fino al 4 settembre 1849 la cittadina tirrenica assuns

e il ruolo di "secondo" Stato della Chiesa. Il 13 febbraio 1861 sotto le mura di Gaeta terminò la dinastia borbonica e si ebbe il compimento dell'Italia unita.

Il secondo conflitto mondiale ha segnato una nuova tragedia travolgendo uomini e cose. Dalle immani distruzioni della guerra, dalla dispersione della sua popolazione si è originata una nuova realtà urbana, che per un certo periodo ha espresso alcuni valori che dall'eredità del passato si potevano coniugare con il presente legato ad una nuova economia, espressione dei settori industriale e commerciale.
Oggi Gaeta è costituita dal patrimonio paesaggistico, monumentale, artistico e culturale.



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