“Una vita per l’Arte” 2014: riconoscimento a Normanno Soscia
Chiusura mostra prorogata al 31 marzo
Consegna del premio
Sabato 13 dicembre 2014
ore 17.30
Pinacoteca Comunale di Gaeta -
Palazzo San Giacomo - Via De Lieto 2
Esposizioni di opere inedite del Maestro fino al 31 marzo 2015
Normanno Soscia è nato ad
Itri nel 1938. È sicuramente uno dei migliori artisti che il nostro territorio ha avuto negli ultimi settanta anni.
Il Comune di Gaeta, per la qualità della sua opera e il prestigio della sua lunga carriera, gli tributa oggi il meritato riconoscimento assegnandogli il premio “Una vita per l’Arte” 2014.
Nato in una modesta famiglia senza tradizioni artistiche, papà gestore di un piccolo negozio di alimentari e mamma casalinga, Soscia dà premature prove di interesse per l’arte: i cocci di vasi in terracotta, o più raramente qualche gessetto, sono le sue matite, la strada il suo album da disegno. È dura la fanciullezza in un piccolo paese di provincia nel dopoguerra.
Nel 1952 si iscrive alI’Istituto d’Arte di Napoli che gli fornisce tante nozioni e pochi insegnamenti. E’ la città, invece, con i suoi umori, la realtà difficile ma fantasiosa una filosofia di vita unica e originale ad insegnargli ben altre cose, per esempio come destreggiarsi per soddisfare le necessità primarie della vita. Ma sono anche gli anni della scoperta delle pitture di Pompei, che segnano profondamente il suo gusto artistico.
Sul finire degli anni Cinquanta Soscia si trasferisce a Roma, in quel momento centro dell’arte italiana, per conoscere da vicino l’arte contemporanea; nella capitale, tra gli altri, ammira l’opera di Campigli, Marino Marini e Gentilini, ma, soprattutto, scopre il mondo di Renzo Vespignani. Poi comincia ad insegnare.
Le sue prime esperienze espositive le vive a Gaeta, per la vicinanza ad
Itri ma anche perché in quegli anni la cittadina del golfo costituisce un vivace polo artistico. Proprio al Porticato Gaetano nei primi anni Sessanta conosce Purificato, che seguirà con attenzione la sua carriera.
Ma la prima mostra importante, una personale, la tiene alla Galleria La Mossa di Siena; nella città toscana esiste tuttora un discreto nucleo di opere del suo primo periodo.
L’anno successivo stipula un contratto con la Galleria 1+1 di Padova che durerà circa quindici anni e che gli apre le porte di importanti gallerie italiane; poi, stanco di girovagare per città decide di uscire dal mercato ufficiale e gestire personalmente i tempi della sua attività, le misure e le quotazione delle sue opere.
Si susseguono mostre in varie parti d’Italia e all’estero; è invitato ad importanti rassegne d’arte, gli vengono assegnati premi e conferito riconoscimenti. La sua carriera artistica non conosce cedimenti, è una progressiva scalata verso traguardi ragguardevoli.
È difficile inquadrare l’opera di Normanno Soscia, che non è ne antica ne moderna, dove tuttavia miti ed elementi della classicità greca e romana, surrealtà e atmosfere trecentesche si intrecciano con simboli e icone della contemporaneità in un gioco intrigante e affascinante. L’aspetto ludico è senz’altro caratterizzante della sua arte: il gioco è fantasia, è metafora che gli permette di far volare i propri personaggi come, prima dei personaggi di Chagall, volavano quelli di Giotto.
Ma elementi pregnanti della sua arte sono anche la libertà intellettuale, la leggerezza, l’ironia, la sospensione temporale, il radicamento nelle tradizioni popolari e nella propria terra d’origine, che non ha mai voluto abbandonare.
I traguardi, però, si raggiungono col tempo e con tanto lavoro, e Soscia ne ha svolto eccome: impreziosendo sempre più la sua trama pittorica con straordinaria sicurezza del tratto, costruendo le sue composizioni, ove l’uomo è sempre il protagonista, con grande senso dell’equilibrio generale. Da quando, negli anni Sessanta, individua la sua via, si crea una propria cifra stilistica, inconfondibile e personalissima.
Dietro la sua minuta statura Normanno Soscia palesa una personalità arcigna e talvolta spigolosa con la quale, forse, copre solo bisogno di riservatezza; severo e duro come la sua terra, semplice e laborioso come la sua gente; chiaro e leale con tutti, esigente e rigoroso con se stesso. Ha avuto il merito di costruirsi passo dopo passo, con la sapienza, la solerzia e la razionalità del contadino e le mani
e la sensibilità del maestro, un posto di riguardo nel panorama artistico italiano degli ultimi decenni.
La Città di Gaeta, col conferimento del premio “Una Vita per l’Arte” gli esprime la più grande grande stima.